tour bike: Sulle sponde del fiume Fiora

Un’avventura sulle sponde del fiume Fiora. Vivila con l’Angolo del Biker

Tour

Sulle sponde del fiume fiora in e-bike e mtb

Prezzo a partire da

€ 50

Durata

6 Ore

Adatatto a

tutti

Persone massime

12/15

Dislivello

700 mslm

Km

35 km

Descrizione percorso che faremo in bicicletta sulle sponde del fiume Fiora

Prima Tappa Città di Castro.

Nella Maremma laziale, vicino al confine tra Lazio e Toscana, si trovano le rovine di un’antica città distrutta nel 1649: Castro. Per visitarla, bisogna addentrarsi in un fitto bosco che nasconde le fondamenta e i resti di quella che, dal 1537, fu la capitale del Ducato di Castro, che si estendeva dal lago di Bolsena fino al Mar Tirreno. Ci troviamo nel territorio del comune di Ischia di Castro, in provincia di Viterbo, vicino alla Riserva Naturale di Selva del Lamone e al misterioso SENTIERO DEI BRIGANTI, una zona particolarmente suggestiva per le sue bellezze naturali e, allo stesso tempo, ricca di storia. Siamo infatti in terra etrusca, su un costone di tufo dalle pareti scoscese, tra il fiume Olpeta affluente del Fiora e il fosso del Filonica, in un sito popolato fin dall’epoca preistorica. Molti studiosi affermano che la Castro etrusca fosse la celebre città di STATONIA, tanto citata dai latini. In epoca medievale, su questo costone tufaceo, venne poi edificato un castello a scopi difensivi: il villaggio che si formò intorno al maniero assunse il nome di Castrum Felicitatis, dal nome della nobildonna Madonna Felicità che, secondo la tradizione, lo avrebbe governato alle origini. Nel 1537, Castro divenne la Capitale del Ducato di Castro e doveva essere abbellita. L’allora governatore, Pier Luigi Farnese, incaricò quindi Antonio da Sangallo il Giovane di progettare la nuova Castro. La ricostruzione originò una città ideale, perfetto esempio di arte e architettura rinascimentali, dalle mura di cinta alle strade, dai palazzi del potere alle chiese, dai palazzi nobiliari alle case più modeste. Il 2 settembre 1649, la città ormai occupata da alcuni mesi dalle truppe papali, capitolò. Pochi giorni dopo, il Papa ordinò la distruzione totale della capitale del Ducato di Castro e la deportazione dei suoi abitanti. Una punizione che fa ricordare la distruzione di Cartagine da parte dei Romani. Rasa al suolo, le truppe lasciarono in loco una lapide con la scritta “Qui fu Castro”. Oggi, rimangono pochi ruderi nascosti dalla vegetazione dell’antica città rinascimentale di Castro.

Seconda tappa Ponte San Pietro

Lungo il corso del fiume Fiora, nelle vicinanze di Ischia di Castro e a breve distanza dal confine con la Toscana, è possibile ammirare un bellissimo ponte di epoca romana. In prossimità di questo ponte, l’archeologo Rittatore Vonwiller scoprì una necropoli protovillanoviana che comprende tombe a grotticella artificiale, tra le quali spicca la “Tomba della Vedovella”. In quest’ultima tomba, una giovane donna con il cranio fracassato è stata posta ai piedi di un guerriero circondato da armi.

Terza tappa l’Eremo di Poggio Conte

L’eremo, interamente scavato nel tufo, risale al 1027, anche se le decorazioni architettoniche e pittoriche sembrano essere state aggiunte intorno al XIII secolo. Le decorazioni sono principalmente floreali e la volta a crociera termina con lobi con pitture geometriche, floreali e sessuali, che hanno alimentato il mistero intorno all’eremo. I richiami cristiani sono presenti nelle dodici nicchie dove un tempo si trovavano gli affreschi dei dodici apostoli, sei dei quali sono stati recuperati e sono oggi esposti al Museo di Ischia di Castro. Inoltre, sulla cupola in fondo, c’è un altro affresco che rappresenta due santi mitrati, probabilmente S. Colombano e S. Savino.

Si pensa che l’eremo sia stato abitato da monaci cattolici solo dopo il 1300, mentre prima doveva appartenere ai Templari (intorno all’anno 1000) custodi della vicina VIA CLODIA, per poi passare in mano cristiana dopo la soppressione dell’Ordine nel 1312. Interessanti sono anche le tombe a camera poco distanti dall’eremo.

Un particolare architettonico suggestivo è l’uso della luce solare. La forma dell’ingresso, come quella di una toppa di una chiave, racchiude già di per sé tutto il mistero e l’ascetismo degno di un eremo templare. La leggenda narra che il tondo aperto nella roccia sopra la porta funge da faro, in quanto a mezzogiorno, nelle date di cambiamento astrale, il sole entra dal tondo e illumina l’altare e il punto dove si trovava il tabernacolo.

Attrezzatura richiesta per il nostro tour in bicicletta sulle sponde del fiume Fiora

Caschetto

Abbigliamento adeguato

Attrezzatura fornita

Kit foratura

Caschetto a pagamento

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Itinerario
Location
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